
Immaginate di passeggiare per strada, quante volte vi sarà capitato di essere d’un tratto rapiti da una vetrina che espone le sue prelibatezze culinarie, rievocando appetitosi sapori e stuzzicanti profumi. Estasiati da questa sorta di malia difficilmente vi sarete soffermati a pensare che celata in quelle invitanti essenze c’è un’anima, l’anima del suo creatore.
Cucinare è una tra le più antiche espressioni d’arte, è contemplazione di elementi, è ispirazione, è capacità di fondere armoniosamente pensiero e azione.
E’ l’arte, che più di ogni altra, valorizza i sensi ed è dedita ad una nobile virtù: la convivialità
Non a caso, recitava il sapiente e famoso chef francese Marie Antoine Carême: “Quando non avremo più buona cucina, non avremo più letteratura, né intelletto elevato, né riunioni amichevoli, né armonia sociale.”
Chi con maestria e passione si dedica alla cucina, sa come soddisfare gli occhi, eccitare il naso e appagare le aspettative del palato dei suoi conviviali. L’atto del cucinare, così come quello del gustare un buon piatto sapientemente preparato, è una superba sinestesia che ingenera benessere, favorisce le intese, ci rende bendisposti, aperti e stimolati… in poche parole ci consente di star bene con gli altri.