Eduardo De Filippo


Il cibo, per Eduardo, non era solo qualcosa che serve a sfamarci o a soddisfare la nostra golosità, ma soprattutto ciò che ci mantiene in vita e quindi una cosa da amare, da rispettare. Una cosa sacra insomma.

(Si cucine cumme vogl’i’ – Isabella Quarantotti De Filippo)

Eduardo De Filippo nelle sue opere fa sì che il cibo diventi parte integrante della sua scenografia. Eduardo rispettava molto la cucina, amava cucinare e, trasferì questa sua passione per l’arte culinaria nella sua drammaturgia.
Sono molte le scene dedicate al pranzo, e i suoi medesimi personaggi si dilettano a dare spiegazioni sulla preparazione delle pietanze, sulle varie ricette, fanno interessanti citazioni gastronomiche… per cui in Eduardo il pranzo è una topica costante e gioca un ruolo fondamentale, ossia il pranzo costituisce <<l’incontro, il confronto e lo scontro in famiglia, è il momento in cui tutti i membri di una famiglia si ritrovano e si riuniscono ed affrontano i loro disagi, i loro contrasti, la solitudine, l’incomunicabilità e i rancori>> (Tina Marasca in Storia del teatro tra ‘800 e ‘900, Edipress sas, 2006).

<< [  ] Ma il cibo serve anche a scandire le varie fasi della giornata di un uomo e quindi il ripetersi del ciclo biologico della vita : la colazione, la pausa per un caffè, la cena, ecc>> (Tina Marasca) .